Si può votare fino al 28 febbraio tra 14 finalisti dalla Repubblica Ceca alla Francia, tra faggi, abeti e castagni con storie leggendarie e intriganti

Sono i più belli, i più interessanti grazie alla storia millenaria che li riguarda, i più “integrati” all’interno della comunità. Si tratta di alberi europei – quattordici per la precisione – che, anche quest’anno, si sfidano per diventare “Tree of the year” 2021. Per l’Italia, al concorso promosso dalla Environmental Partneship Association che si propone di sottolineare l’importanza del patrimonio naturale e culturale dei territori, partecipa il Platano di Curinga. Si può votare fino al 28 febbraio accendendo al link https://www.gianttrees.org/it/tree-of-the-year .

Il Platano di Curinga si trova in una posizione molto particolare: affacciato sul mar Tirreno, sporge su un piccolo ruscello. Dall’alto della sua maestosità, questo “guardiano” sembra vegliare amorevolmente sulla foresta. Si pensa che sia stato piantato dai monaci basiliani che arrivarono in Calabria più di mille anni fa e che costruirono l’eremo di Sant’Elia (Vrisi, Catanzaro), ma le sue radici potrebbero essere ancora più vecchie. Il suo tronco è completamente cavo e ha un’apertura larga di più di 3 metri; chi vi entra ha la sensazione di trovarsi all’interno di una grotta boscosa. Per le grandi dimensioni della sua circonferenza è oggi il platano più grande d’Italia.

L’albero calabrese gareggia, dunque, insieme al gelso del Belgio, al melo della Repubblica Ceca, alla pioppia di Francia e via discorrendo. Croazia, Bulgaria, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Federazione Russa, Slovacchia, Spagna e Regno Unito sono, in particolare, le ulteriori nazioni con un albero “candidato” a vincere. Sarebbe straordinario se il Platano di Curinga, unico rappresentante italiano e soprattutto del suo Sud, vincesse: il nostro Paese, che partecipa alla sfida dal 2011 (anno della relativa istituzione), non ha mai vinto.

Per cui, dita incrociate per il nostro Platano!