Invertebrati
- Dettagli
L’invertebratofauna del Parco Nazionale della Sila si può considerare abbastanza ben conosciuta, sebbene per alcuni gruppi le informazioni siano ancora molto frammentarie e necessitino di corposi approfondimenti.
Insetti
Per quanto riguarda gli insetti, che da soli comprendono probabilmente i due terzi o più di tutti gli organismi viventi, la maggior parte degli Ordini è rappresentata da un numero di specie particolarmente elevato, ove comparato con altre aree dell’Italia meridionale. Questa alta diversità negli insetti è certamente associata all’elevata diversità floristica, combinata con una notevole diversificazione degli habitat anche sotto il profilo litologico, geologico e paesaggistico. Inoltre, le precipitazioni particolarmente abbondanti della maggior parte del comprensorio sono marcatamente superiori a quelle di quasi tutte le altre aree della porzione meridionale dell’Italia peninsulare.
Questo insieme di condizioni ha consentito la permanenza di un complesso mosaico ambientale (dalla macchia submediterranea alle foreste di media quota di pino nero di Calabria, fino alle radure e alle emersioni rocciose con praterie di media-alta quota), alle quali hanno potuto sovrapporsi numerose differenti componenti biogeografiche (elementi ovest- ed est-mediterranei, elementi euro-sibirici ed euro-asiatici associati a climi relativamente freddi e umidi, elementi steppici e parasteppici, ecc.). In associazione con queste condizioni biotiche ed abiotiche particolarmente favorevoli, una serie di eventi tettonici, paleoclimatici e paleoecologici (in particolare gli effetti della serie di Glaciazioni Plio-pleistoceniche) hanno favorito il l’insorgere ed il mantenimento di un’alta diversità genetica nelle locali popolazioni di una grande ed eterogenea varietà di animali, con l’isolamento e il successivo differenziamento specifico di una serie importante di taxa, divenuti endemici della Calabria o degli altipiani del Parco Nazionale della Sila.
A tal proposito risulta importante sottolineare anche che l’attuale fauna silana è rappresentata da circa 3.500 specie, ma recenti stime lasciano prevedere che il numero effettivo di specie possa avvicinarsi e forse superare le 10.000.
Il complessivo scenario faunistico del Parco Nazionale della Sila sembra evidenziare con una certa chiarezza il ruolo particolarmente rilevante di alcuni ecosistemi, quali in particolare i residui lembi di foreste vetuste, dove sono conservati i nuclei relitti di foreste di pino nero di Calabria, con la loro associata e spesso peculiare entomofauna saproxilica.
Ricordiamo Osmoderma italica (cetoniidae appartenente allo stesso genere di Osmoderma eremita emblema dello stato di conservazione delle foreste europee, specie prioritaria della Direttiva Habitat ad alta priorità di conservazione, a causa della rarità delle condizioni ambientali favorevoli al suo ciclo biologico); Cucujus cinnaberinus, (cucujidae subcorticicolo, legato a consorzi forestali maturi, segnalato per la Calabria agli inizi del 900’, non sembra essere stato catturato in Italia nel corso degli ultimi 50 anni); Eurythyrea austriaca (Buprestidae legata alle vecchie stazioni autoctone di abete bianco); Acanthocinus xanthoneurus (specie esclusiva delle faggete, con la larva monofaga, si nutre solo del legno di faggio) e Rosalia alpina (cerambicide molto nota per la sua appariscente colorazione azzurra con grandi macchie nere, con le larve che si sviluppano nei tronchi marcescenti).
Gli ecosistemi acquatici, in particolare le porzioni sorgentizie e di rhytral dei numerosi piccoli e medi corsi d’acqua che scorrono in Sila, sono colonizzati da numerose specie endemiche o sub endemiche di artropodi bentonici (ad esempio alcuni Plecotteri, Tricotteri, Ditteri Tipulidi, Coleotteri Idrenidi e Idrofilidi, comprese alcune specie nuove per la scienza già individuate, e che attendono la formale descrizione da parte di specialisti).
Nel Parco si riscontra la presenza di alcuni gruppi di insetti fitofagi (Coleotteri, farfalle notturne e diurne, Ortotteri, Emitteri, ecc.), in particolare alcuni associati a piante specializzate nel colonizzare ambienti umidi relitti di torbiera, quasi unici nell’Italia meridionale, o associati a radure, praterie xeriche steppiche e parasteppiche di media o alta quota, ecc.
Anche i suoli superficiali, sebbene marcatamente meno ricchi di specie endemiche ed esclusive rispetto ad altre aree peninsulari italiane dominate da substrati calcarei, potrebbero ancora rivelare importanti sorprese.
Inoltre, i territori del Parco Nazionale della Sila rappresentano per un significativo numero di specie di invertebrati che manifestano una distribuzione più o meno ampia nell’Europa centro-meridionale, un eccezionale hotspot di diversità genetica, lasciando supporre che molte di queste popolazioni possano essere in futuro elevate a ranghi specifici o sottospecifici (attraverso l’individuazione di specie criptiche, spesso definibili sulla base di caratteristiche esclusivamente genetiche) o comunque essere meritevoli di azioni di conservazione e monitoraggio dedicate, con particolare riferimento, ancora una volta, alle specie macrobentoniche delle alte aste fluviali, alle specie saproxiliche, e a quelle fitofaghe.
La maggior parte dei sopra citati taxa endemici o subendemici e conosciuti solo nel Parco Nazionale della Sila, in Calabria o in aree limitrofe dell’Italia peninsulare meridionale, rappresentano dunque un enorme e unico patrimonio dal punto di vista biogeografico, vere e proprie risorse biologiche irripetibili su scala mondiale, e di eccezionale valore universale.
Cucujus haematodes (Foto: © Antonio Mazzei)