Alberi Monumentali
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Nel Parco Nazionale della Sila si ha ancor oggi la fortuna di poter ammirare delle realtà naturali di grande interesse. Malgrado le modificazioni provocate dall’uomo, si possono osservare angoli selvaggi, grandiosi scenari di storia, che si diversificano col variare delle quote e delle stagioni, creando una magica atmosfera, dei meravigliosi contrasti, una sinfonia di colori dalle differenti sfumature che ogni visitatore del Parco potrà osservare.
I patriarchi verdi
Sono alberi antichi, i “patriarchi verdi”, saldamente legati al loro territorio, garanzia di biodiversità e portatori di un particolare patrimonio genetico.
Sono colossi vegetali, circondati da muschi, licheni, erbe, felci, arbusti, rampicanti, policromi fiori e da una miriade di animali, e tutti insieme condizionano la vita con la clorofilla, capace di intercettare ed utilizzare l'energia solare per costruire materia vivente.
Sono alberi eccezionali, unici, modellati dal vento e da altre avversità, che vivono in equilibrio con l’ambiente, evidenziano la strategica perennità del bosco, moderano il clima, valorizzano il paesaggio, difendono il suolo, proteggono le riserve idriche, migliorano la vita materiale e spirituale dell’uomo; per tutti questi motivi meritano reverenza e riconoscenza, suscitano meraviglia e ammirazione.
Sono stati patrimonio degli uomini del passato, lo sono per le genti del nostro tempo ed è opportuno che lo siano per le generazioni future. Sono alberi secolari, quelli che vivono nel Parco, di indubbia spettacolarità, alcuni dalle forme strane, con diametri eccezionali, con enormi altezze, con chiome singolari, a volte malati, martoriati, contorti, segnati dalle avversità del tempo, ma di enorme resistenza, dotati di un codice genetico irripetibile, a volte più classici, a fusto meno tortuoso, diritto e a chioma uniforme.
Tutti rappresentano imponenti figure provenienti da tempi trascorsi, da antiche stagioni, giunti a noi, quali residui delle folte selve del passato, per mostrarci la particolare vitalità, resistenza e longevità delle piante. Sono alberi di venerabile età, che intorno hanno spesso lasciato dei figli tesi ad emulare i loro padri ed affrontare l’esistenza nei secoli.
Chissà se gli alberi della società contemporanea potranno vivere così a lungo insidiati da funghi ed insetti, da piogge acide, dall’aria malata, dalle acque inquinate?
Ogni “albero monumentale” racconta con dovizia di particolari le vicissitudini del proprio ambiente, del quale risulta essere il più antico abitante, il più longevo essere vivente, il più profondo conoscitore.
Innumerevoli “patriarchi verdi” vivono nel Parco, dai “Giganti della Sila”, in Sila grande, a “Prometeo” e ai “Giganti del Gariglione”, in Sila piccola, ed a tanti altri alberi secolari sparsi sui crinali, nelle valli, sui dirupi, lungo i fiumi, nei luoghi più impensati, a perpetuare l’esaltazione, l’apoteosi della natura.