All’indomani della nomina a membro della Commissione Nazionale Parchi e Ambienti UNPLI, il direttore f.f. dell’Ente Parco Domenico Cerminara si racconta.
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Cosa significa, in questo momento, per la sua vita professionale questa nuova sfida?
Si tratta di un ulteriore impegno a carattere nazionale ed in un mondo, quello del volontariato, nel quale da sempre ho cercato di dare un contributo. Non una sfida, ma uno stimolo in più, semmai ce ne fosse stato bisogno, per far conoscere la Sila, il suo Parco, il sistema Parchi della Calabria e, nello stesso tempo, una occasione di confronto con le realtà Pro loco - UNPLI delle altre aree protette italiane, ma anche operanti in zone al di fuori di territori vincolati (sono circa 6000 le Pro loco associate UNPLI).
Direttore f.f. dell’Ente Parco, Presidente della Proloco di Savelli, e ora membro della COMMISSIONE NAZIONALE PARCHI E AMBIENTE UNPLI, qual è il comune denominatore del suo lavoro?
In realtà devo aggiungere altro (perché ci tengo molto): sono Rappresentante d’Istituto dei genitori del Plesso Scolastico di Savelli e cofondatore del Nucleo Protezione Civile Savelli, che conta oltre 40 volontari di cui la metà con formazione allo spegnimento degli incendi boschivi. Il comune denominatore è sicuramente un concetto di vita che mi porta a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e ad impegnarmi con tutte le mie energie. Fissare un obiettivo e cercare di raggiungerlo. Non amo lasciare progetti a metà e mi propongo quindi di raggiungere sempre il massimo. E se anche alla fine non si raggiunge il 100%, tutto quello che si realizza ha sempre del positivo da cui continuare. Do la stessa importanza, con le dovute proporzioni, a tutti gli impegni. Mi chiedono come faccia a far ciò, rispondo che è questione di organizzazione e di forte volontà, e poi il giorno è fatto di 24 ore. Il “Gruppo” deve essere sempre al centro del progetto. Gli obiettivi che si raggiungono sono frutto sempre di un lavoro di squadra, sinergico, dove ognuno ha un compito ed una responsabilità ben precisa. Tanti piccoli tasselli che insieme costruiscono poi qualcosa di importante.
Cosa la spinge ogni giorno a mettersi in gioco?
Provengo da una piccolissima realtà della montagna crotonese, 1050 m slm Savelli, oggi 1000 anime. Qui ho passato la mia infanzia, la mia giovinezza. Ho studiato a Cosenza più per far contenta la mia famiglia, per raggiungere quel “riscatto sociale” che molti genitori del sud continuano ad auspicare per i loro figli. In realtà avrei preferito gestire l’impresa di famiglia, ma riuscire a far contenti i genitori non ha prezzo… Da ragazzo sono stato educato nel rispetto del lavoro e delle persone. Spesso racconto il mio “venire dalla gavetta” e inizio nel raccontare quando “tiravo chiodi” dalle assi nei cantieri edili dell’impresa di famiglia: tutte le estati, appena finita la scuola, tra i primi ad arrivare e sempre l’ultimo ad andare via per lasciare tutto in ordine per l’indomani. Non importava che io fossi il figlio del titolare. Lì ho imparato cosa vuol dire sacrificio, rispetto ed ancor di più senso del dovere e responsabilità. Dare la giusta importanza al denaro sudato. Insegnamenti che dal lontano 2006 mi porto dietro quando vado in giro per il Parco e mi fermo a parlare con sindaci, amministratori, imprese, allevatori, imprese boschive, associazioni, ragazzi e ragazze innamorate della montagna (e credetemi ce ne sono tantissimi e tantissime) insomma con tutti. C’è sempre da imparare ascoltando gli altri, soprattutto coloro che abitano e lavorano in Sila 365 giorni l’anno. Un territorio si racconta meglio, se lo si fa attraverso di chi lo vive. Ingegnere ambientale, laureato a Cosenza, lavoro a Lorica e vivo a Savelli. Il maggior traffico che incontro durante l’anno sulle strade piene di meandri della Sila è rappresentato dalle vacche in transumanza. Montanaro D.O.C. di una delle più belle, se non la più bella, regione d’Italia. Cosa mi spinge a mettermi in gioco? Sento di essere in debito con il mio territorio ogni mattina, quando mi sveglio, apro gli occhi e ringrazio per la fortuna di essere riuscito a rimanere qui a lavorare e non essere stato costretto ad emigrare, come tanti, tantissimi miei amici! Anche a loro dedico il mio impegno, con la speranza, mai utopistica, che un giorno la Calabria possa regalare la stessa fortuna anche a loro. A mio figlio, dieci anni, che per scelta e per quanto prima detto abbiamo deciso di far crescere in paese, dico sempre che non bisogna nascere in grandi metropoli per affermarsi, l’importante è avere sani principi e mettere tanta passione in quello che si fa.
Quali progetti ha intenzione di mettere in campo in qualità di membro della commissione nazionale parchi e ambiente Unpli?
Progetti sicuramente tanti, tantissimi. Porto con me un bagaglio di esperienze e di attività svolte in oltre 15 anni di servizio nel Parco, durante i quali ho avuto la possibilità di confrontarmi con tanti stakeholders e con i miei colleghi. Di sicuro l’approccio al Plastic free e molte idee del nostro Presidente Curcio, conoscitore come pochi di questo territorio. Cercherò di parlare delle nostre Buone Pratiche e nel contempo ascoltare e carpire le idee degli altri. La strada è lunga ed ancora poco conosciuta al momento, ma la voglia di “camminare”, come sempre, è tanta.