In riferimento agli articoli pubblicati in questi giorni su alcuni organi di stampa, in cui emerge la preoccupazione di alcune Amministrazioni locali e di Associazioni presenti nel territorio sulle attività di controllo e manutenzione che interesseranno i laghi Arvo ed Ampollino, desideriamo fare delle considerazioni sul ruolo dell’Ente Parco Nazionale della Sila in merito all’iter autorizzativo dei progetti di gestione presentati dalla Società A2A.

Il gestore di una diga ha l’obbligo, in base alla normativa vigente (DM 30 giugno 2004 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e dal D.Lgs. 152/2006, art. 114), di predisporre un Progetto di Gestione dell’invaso. Tale progetto ha lo scopo di definire il quadro previsionale delle operazioni di svaso, sfangamento e spurgo connesse con le attività di manutenzione dell'impianto. Esse sono finalizzate ad assicurare il mantenimento e il graduale ripristino della capacità utile, propria dell'invaso, e la salvaguardia della qualità dell’acqua, oltre che a garantire il funzionamento degli organi di scarico e di presa. In proposito si fa rilevare che la sedimentazione nei bacini artificiali impone una corretta gestione dei serbatoi allo scopo di recuperare il volume di invaso andato perduto e per ripristinare la funzionalità degli organi di scarico che, essendo i principali presidi di sicurezza, devono poter essere manovrati in condizioni di emergenza. La manutenzione, dunque, è necessaria per la sicurezza dell’invaso e dello sbarramento e per la tutela delle risorse idriche.

Il progetto di gestione è approvato dalla Regione, con eventuali prescrizioni, entro sei mesi dalla sua presentazione, previo parere dell’amministrazione competente alla vigilanza sulla sicurezza dell'invaso e dello sbarramento, ai sensi degli articoli 89 e 91 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e sentiti, ove necessario, gli enti gestori delle aree protette direttamente interessate. Il progetto di gestione si intende approvato e diviene operativo trascorsi sei mesi dalla data di presentazione senza che sia intervenuta alcuna pronuncia da parte della regione competente, fermo restando il potere di tali Enti di dettare eventuali prescrizioni, anche trascorso tale termine.

L’A2A gestisce numerosi bacini idrici in Calabria. Per i progetti di gestione presentati dall’A2A e interessanti i siti afferenti a Rete Natura 2000 (ZPS E SIC) risulta preliminare l’acquisizione del parere di Valutazione di Incidenza da parte dell’autorità competente ovvero la Regione (Dipartimento Politiche dell’Ambiente, giusto quanto disposto al D.P.R. 357/2007 e ss.mm.ii. e della D.G.R n. 749/2009). I progetti da assoggettare a Valutazione di Incidenza riguardano i seguenti invasi, che interessano siti Natura 2000: Bacino Arvo, Bacino Ampollino, Bacino Orichella, Bacino Migliarite. Per l’espletamento della predetta procedura la Regione Calabria, Dipartimento Politiche dell’Ambiente, ha istituito il Nucleo per la Valutazione di Impatto Ambientale, la Valutazione Ambientale Strategica e l’Autorizzazione Integrata di cui al R.R. n. 3/2008 e ss.mm.ii.

La Società A2A ha redatto lo Studio di Incidenza che ha inoltrato alla Regione Calabria ed all’Ente Parco Nazionale della Sila per il relativo parere preliminare (parere consultivo).

L’Ente Parco, con nota prot. n. 1984/18.03.2013 - onde favorire la chiusura del procedimento di incidenza- ha trasmesso al Dipartimento Politiche dell’Ambiente della Regione Calabria  ed al soggetto proponente, il proprio parere con le dovute e opportune prescrizioni. Nel parere si fa rilevare al Soggetto Proponente che: “questo Ente si riserva ogni altro tipo di valutazione, dal momento che lo stesso, necessita inoltre, del nulla – osta dell’Ente Parco ai sensi del D.P.R. 14.11.2002 – istitutivo dell’area protetta – e dell’art. 114, comma 5, del  D.lgs n. 152/2006 “Norme in materia ambientale” e ss.mm.ii”.

A tutela degli ecosistemi presenti nell’area, il Parco Nazionale della Sila ha previsto nel proprio parere una serie di severe prescrizioni a cui l’ente gestore dovrà attenersi. Esse riguardano le operazioni di svuotamento dell’invaso ma anche la fase precedente e quella successiva allo stesso. In particolare, il Parco prevede attività di monitoraggio, misure di mitigazione, attività di recupero dell’ittiofauna autoctona, di ripopolamento, di reimmissione e di reintroduzione, oltre al monitoraggio continuo della qualità delle acque, alla misurazione dei parametri di “torbidità” e dell’ossigeno disciolto sia a valle dell’invaso che nel corso d’acqua principale in cui si immette, ad analisi ecotossicologiche dei sedimenti. Inoltre, è stato previsto che nelle operazioni di svuotamento dell'invaso il raggiungimento della portata massima operativa dovrà avvenire gradualmente, onde consentire l'allontanamento degli organismi bentonici e della fauna ittica dal corso recettore.