La Riserva MaB Sila al workshop "Foreste sane e resilienti tra conservazione e uso sostenibile"
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Giovedì scorso presso la sede del Parco nazionale del Circeo, si è tenuto il workshop "Foreste sane e resilienti tra conservazione e uso sostenibile", organizzato dal Ministero della Transizione Ecologica, dal CUFA - Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri e dall'Ente Parco nazionale del Circeo, nell'ambito delle celebrazioni del 50esimo anniversario delle Riserve Mab-Unesco.
Per la nostra Riserva MaB Sila ha partecipato all'evento il prof. Francesco Iovino, già Ordinario di Assestamento forestale e Selvicoltura dell’Università della Calabria; attuale Consigliere dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali
Il prof IOVINO ha presentato la relazione “La selvicoltura con approcci basati su tradizioni locali e processi naturali per la transizione ecologica”, preliminarmente illustrando l’ampio e variegato territorio forestale dell’Area, le principali tipologie boschive, il loro differente livello di antropizzazione e di semplificazione, ma anche i paesaggi di incomparabile bellezza che i boschi formano in alcuni settori montani, arricchiti anche dalla presenza dei grandi invasi artificiali presenti in Sila. Ha anche evidenziato l’esistenza di boschi di grande interesse naturalistico e paesaggistico, definiti “boschi vetusti”.
La gestione di questo patrimonio, secondo il Prof. Iovino, non può non fare riferimento ad approcci selvicolturali innovativi a sostegno della sostenibilità. Inoltre, ha sottolineato come forme tradizionali di utilizzo dei boschi riproducano, con i dovuti adattamenti, dinamiche che avvengono in natura, evidenziano come sia possibile coniugare la conservazione con l’uso delle risorse forestali
Una gestione che non è in contrasto con un uso produttivo del bosco, ma combina i principi della multifunzionalità forestale con il concetto di sviluppo sostenibile. Ha spiegato, inoltre, come questi approcci trovino concretezza in quella che è stata definita “selvicoltura sistemica”, una selvicoltura estensiva che considera il bosco come ecosistema e si fonda su un modello selvicolturale non basato su schemi rigidi. Una selvicoltura che, peraltro, recupera le forme di uso tradizionali dei boschi per delineare forme di gestione in grado di garantire nel tempo la loro conservazione attraverso un uso sostenibile. Ha sottolineato come queste forme tradizionali, codificate in termini tecnico scientifici, e definite ” taglio a scelta per piccoli gruppi” nella realtà siano state utilizzate da tempo anche nel territorio dell’Area Mab e del Parco della Sila. A tal proposito, ne ha mostrato l’applicazione alle pinete di laricio per le quali con tale modalità viene assicurata la conservazione del paesaggio forestale peculiare della Sila, riuscendo a coniugare le esigenze di ordine paesaggistico con quelle di natura ambientale, economica e sociale.
Il Prof. Iovino, nel concludere la relazione, ha sottolineato come queste forme tradizionali di utilizzo dei boschi riproducano, con i dovuti adattamenti, le dinamiche che avvengono in natura, evidenziano come sia possibile coniugare la conservazione con l’ uso delle risorse forestali e costituiscono approcci selvicolturali a sostegno della sostenibilità, che rappresenta il punto di forza della transizione ecologica.