Federparchi - 24 maggio, dai nostri parchi uno straordinario contributo alla tutela della biodiversità, possiamo festeggiare nonostante le difficoltà attuali

 "Condividiamo l'attenta analisi del Presidente di Federparchi Giampiero Sammuri diffusa ieri in occasione della Giornata Europea dei Parchi: tanto è stato fatto in questi anni e molto ancora facciamo e faremo per tutelare e conservare l'immenso patrimonio di Biodiversità del nostro Paese":
questo il pensiero espresso dal Presidente del Parco Nazionale della Sila, dott. Francesco Curcio.

http://www.parks.it/federparchi/dettaglio.php?id=59892

 

24 maggio, dai nostri parchi uno straordinario contributo alla tutela della biodiversità, possiamo festeggiare nonostante le difficoltà attuali

Intervento del presidente Giampiero Sammuri in occasione della giornata europea dei parchi

24 Maggio 2020

Oggi si celebra la giornata Europea dei parchi perché il 24 maggio 1909 furono istituiti in Svezia i primi parchi europei, quasi 40 anni dopo il primo istituito nel mondo, il mitico parco di Yellowstone. 111 anni fa era un mondo completamente diverso rispetto a quello odierno, la  popolazione umana era meno di un quarto rispetto a quella odierna, le foreste tropicali erano circa 10 volte più estese e vivevano molte specie che poi si sono estinte, tra le quali anche alcune carismatiche come il Tilacino (noto anche come lupo o tigre marsupiale) in  Tasmania o la Foca Monaca dei Caraibi.

In Italia nel 1909 il Gipeto volava ancora sulle Alpi dove nella parte orientale era ancora relativamente frequente l’orso bruno. Lo Stambecco era già confinato nella riserva reale di caccia del Gran Paradiso. Il falco pescatore nidificava con diverse coppie in Italia, tra le quali quella sull’isola di Montecristo, il grifone aveva importanti colonie in Sicilia oltre che in Sardegna, il Capovaccaio era ancora relativamente comune nell’Italia centro meridionale. Il camoscio appenninico e l’orso marsicano resistevano con piccoli numeri in un’area dell’Abruzzo. Il lupo era presente su tutta la catena appenninica e in buona parte dell’Italia centro-meridionale, Sicilia compresa. Il gufo reale nidificava sulla cupola di Santa Maria Novella a Firenze. La lontra era presente praticamente in tutti i corsi d’acqua italiani. La foca monaca si riproduceva in Sardegna ed anche nell’arcipelago toscano, nell’isola di Capraia.

Nel ‘900 alcune di queste specie hanno subito una catastrofe: il  Gipeto si è estinto come nidificante  sulle Alpi e successivamente anche in Sardegna, lo stesso è avvenuto al Grifone in Sicilia, al falco pescatore su tutto Il territorio nazionale, il capovaccaio è scomparso dalla Toscana meridionale, dal Lazio e dalle regioni del sud sopravvivendo con poche coppie solo in Basilicata, Puglia e Sicilia. La lontra è scomparsa progressivamente da tutta l’Italia centrosettentrionale, la Foca monaca ovunque, il Lupo ha drasticamente ridotto il suo areale che è divenuto puntiforme e si è estinto in Sicilia. L’orso è praticamente scomparso dalle Alpi orientali.

In questo contesto drammatico però in Italia qualcosa è successo: nel 1922 e ‘23 sono nati i primi due parchi Italiani, i nazionali Gran Paradiso e Abruzzo (oggi Abruzzo, Lazio e Molise) che hanno dato subito il loro contributo. Il parco del Gran Paradiso ha salvato lo Stambecco, che poi è diventato il nucleo partendo dal  quale si è ripopolato tutto l’arco Alpino. Lo stesso è successo per il camoscio appenninico; partendo dalla salvaguardia nel Parco di Abruzzo, Lazio e Molise si è potuto ripopolare i parchi del Gran Sasso, Sibillini e Sirente Velino ed oggi la specie è fuori pericolo. Lo stesso parco ha strenuamente difeso e salvato l’Orso marsicano.

Da quel lontano 1922 in Italia le aree protette ne hanno fatta di strada, oggi abbiamo 24 parchi nazionali, 135 parchi regionali, 30 aree marine protette  ed oltre 400 tra riserve naturali statali e regionali.

E i parchi hanno dato il loro contributo importante per la biodiversità: oggi ci sono 52 coppie nidificanti di Gipeto sulle Alpi grazie ad un importante progetto di reintroduzione internazionale che ha visto i parchi italiani protagonisti (Stelvio, Alpi marittime). Il grifone è tornato a nidificare in Sicilia sulle rupi di Alcara li fusi dove era stato sterminato dai bocconi avvelenati, grazie ad un progetto di reintroduzione del parco regionale dei Nebrodi. Il falco pescatore nidifica nuovamente in Italia grazie al progetto realizzato dal  Parco regionale della Maremma in collaborazione con  quello della Corsica. L’orso bruno sulle Alpi orientali è di nuovo presente per il progetto di reintroduzione del parco dell’Adamello Brenta. Il lupo ha riconquistato tutta  la catena appenninica grazie anche alla presenza di una fitta rete di parchi nazionali e regionali. La lontra sta conquistando nuovi territori anche  grazie alla protezione che hanno garantito alcuni parchi nazionali (Cilento, Appennino lucano, Sila). La foca monaca è ricomparsa nell’area marina protetta delle isole Egadi.

Si, i parchi hanno dato e stanno dando uno straordinario contributo alla nostra biodiversità e credo che, pur con tutte le difficoltà attuali, oggi possiamo festeggiare.

Giampiero Sammuri, presidente Federparchi