Il Parco Nazionale della Sila in cima alla classifica dei Parchi più conosciuti d'Italia
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Il Parco Nazionale della Sila è in cima alla classifica dei Parchi più conosciuti d'Italia. Lo dice il 6° Rapporto "Gli italiani, il turismo sostenibile e l'ecoturismo”, una ricerca a cura dell' IPRMarketing e della Fondazione UniVerde al centro del convegno “Il Futuro del Turismo è Sostenibile”, realizzato durante la Borsa Internazionale del Turismo di Milano 2016 ed organizzato dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con la BIT e l’università Bicocca di Milano. I dati parlano chiaro: il Parco nazionale della Sila è il più conosciuto in Italia (65%), seguito dal Parco Nazionale del Gran Paradiso (60%), poi dallo Stelvio (57%), dal Gargano (57%), dal Gran Sasso e Monti della Laga (53%) e dal Parco nazionale delle Cinque Terre (51%). E' un bel traguardo per il Parco della Sila, soprattutto considerando che in questi anni l'Ente che lo gestisce ha mirato moltissimo alla valorizzazione ed alla promozione delle aree protette silane, incrementando le attività legate allo sviluppo sostenibile, oltre a quelle di salvaguardia. Dal 2009, quando all'impegno del direttore Michele Laudati si è unito quello di Sonia Ferrari, quell'anno nominata Presidente del Parco per la prima volta, la comunicazione ed il web marketing sono diventate voci importanti della vita dell'Ente, vengono organizzati press tour e blog tour, è stato creato un nuovo sito web istituzionale, si partecipa alle più importanti fiere di settore, si organizzano eventi, convegni, seminari, workshop, meeting, anche di portata internazionale, sul proprio territorio. Un grande lavoro è stato realizzato per creare un’eccellente rete sentieristica, che attualmente conta circa 80 tracciati per un totale di 720 chilometri, riordinati e resi agibili negli ultimi anni grazie alla collaborazione con il Club Alpino Italiano (CAI), in grado di offrire al visitatore divertimento e sicurezza. Segnavia, pannelli esplicativi e mappe aggiornate accompagnano l'escursionista alla scoperta dell'incatevole paesaggio silano, fatto di laghi e foreste. La visibilità sempre maggiore del Parco della Sila è dovuta senz'altro anche alla condivisione delle iniziative con le comunità locali, le istituzioni e gli stakeholders del territorio, che in grande sinergia promuovono la crescita e lo sviluppo sostenibile della Sila. “Siamo soddisfatti di quanto emerge da questo Rapporto – ha detto Sonia Ferrari, invitata a partecipare al convegno di presentazione del Rapporto in Bit – Non credo sia un caso che il risultato annunciato da Pecoraro Scanio arrivi dopo anni di importantissimi riconoscimenti per il Parco e per la Sila. Sono gli anni in cui abbiamo ottenuto la Carta Europea del Turismo Sostenibile, anni durante i quali la Sila è entrata a far parte dell'Unesco (nel giugno 2014) con la proclamazione quale Riserva della Biosfera (la decima in Italia). Proprio recentemente, inoltre, la candidatura del Parco a diventare Patrimonio Mondiale dell’Umanità per criteri naturali è stata approvata dal Consiglio direttivo della Commissione nazionale Unesco ed ora è pronta per essere esaminata a livello internazionale dalla Comitato per il Patrimonio Mondiale di Parigi. Sono riconoscimenti, questi, che accrescono notevolmente la visibilità del nostro territorio e lo portano alla ribalta di una scena che non è più solo locale, ma di ben più ampio respiro” Durante la presentazione del Rapporto in Bit - a cui hanno partecipato con Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, Ottavia Ricci, consigliere per il turismo sostenibile del ministro Franceschini, Franco Iseppi, presidente del TCI, Elena Dell’Agnese, docente dell'Università Milano Bicocca, Enzo Carella, presidente Italy & You, Chema Basterrechea, amministratore delegato NH Hotel Group, Elena David, amministratore delegato UNA Hotels & Resorts, Italo Cerise, presidente del Parco Nazionale Gran Paradiso - Pecoraro Scanio ha sottolineato un dato importante. “Gli Italiani cercano natura e paesaggi in misura uguale alle mete di arte e di cultura. Le nostre ricchezze naturali – ha detto - meritano una promozione virtuosa così come quelle storiche, artistiche e architettoniche. Le aree protette possono arricchire l'offerta turistica italiana, creare occupazione in aree preziose per la salvaguardia ambientale e la prevenzione dal dissesto idrogeologico.” Nonostante i numeri, arriva pero' il monito di Pecoraro Scanio: “Per l'ecoturismo nei Parchi occorrono più attenzione e promozione.”