Candidatura del Parco a Patrimonio Mondiale dell' Umanità Unesco
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E’ stata redatta in questi giorni la prima stesura del format definitivo da presentare al Centro del Patrimonio Mondiale Unesco di Parigi per il completamento dell’ultima fase della candidatura del Parco Nazionale della Sila a diventare Patrimonio dell’Umanità. I lavori si sono svolti presso la sede dell’Ente silano a Lorica, presieduti dal Commissario Straordinario e dal Direttore dell’Ente Parco, Sonia Ferrari e Michele Laudati, e dai funzionari della struttura tecnica incaricata di seguire l’iter procedurale per le candidature del Parco all’Unesco.
Il gruppo che ha lavorato alla stesura del format è stato coordinato da Giorgio Andrian, esperto in programmi e convenzioni Unesco, ed era formato da Gabriella Reggiani, in rappresentanza della Agriconsulting, società che si è aggiudicata la redazione del format, e da un gruppo di docenti e ricercatori, fra cui i professori ordinari Roberto Mercurio, Giovanni Spampinato, Domenico Cosentino, Paolo Audisio ed il ricercatore Alberto Sorace, tutti esperti di tematiche ambientali, forestali, botaniche, geologiche, zoologiche ed ecologiche.
Inserito nel 2012 nella Tentative List, la lista propositiva dei siti naturalistici per il Patrimonio Mondiale dell’Umanità, il Parco aspira ora a questo riconoscimento in virtù del suo straordinario valore naturalistico di biodiversità e in particolare per la presenza del pino laricio, nel format indicato come “pino nero di Calabria” in quanto specie endemica della Sila. In particolare, stando alle Linee Guida della Convenzione del Patrimonio Mondiale, i criteri in base ai quali si propone la candidatura del Parco riguardano tre aspetti di eccezionale valore universale che caratterizzano la Sila: le sue caratteristiche geologiche, quelle forestali e quelle biogeografiche ed ecologiche, legate agli habitat naturali.
Relativamente a questi aspetti, le unicità del territorio del Parco costituiscono un valore che in gran parte supera la dimensione locale e nazionale, per assumere una rilevanza internazionale. Ed ecco la ragione che ha spinto il Parco ad avviare il complesso e lungo processo per la questa candidatura a divenire Patrimonio Mondiale dell’Umanità, un riconoscimento in grado di comprovare il suo eccezionale valore universale. La presenza di tre differenti orogeni è un carattere geologico di importanza mondiale, che testimonia il ruolo fondamentale che ha avuto la Sila negli ultimi 300 milioni di anni nel processo di mobilità crostale che ha portato alla costruzione della crosta continentale dell’Europa. Nessun altro posto al mondo ha lo stesso record geologico.
Per non parlare poi delle foreste e degli habitat della Sila, che sono caratterizzati da un elevatissimo livello di biodiversità, con una significativa presenza di specie endemiche. Il Parco ospita quasi tutta la popolazione di pino calabro esistente nel mondo intero, caratterizzata da foreste antiche e alberi monumentali vetusti, tre Riserve Naturali dello Stato dove il pino calabro è predominante e diverse foreste vetuste, per decine di anni interessate da un limitato impatto umano e caratterizzate da alberi di dimensioni ed età ragguardevoli. La maggior parte degli alberi monumentali di pino calabro raggiunge in Sila dimensioni ed età che non si riscontrano in altri siti europei analoghi. Di fatto il Parco è un'area cruciale per la conservazione di tutta la popolazione endemica di pino calabro esistente a livello mondiale ed il particolare ecosistema forestale silano ospita habitat eccezionalmente ricchi di specie del bacino Mediterraneo, comprese alcune di quelle in via di estinzione.
E’ chiaro il ruolo che l’Ente Parco gioca in questa sfida. La sua esistenza rappresenta il più appropriato, solido e duraturo quadro giuridico e gestionale in vigore nell’area candidata al riconoscimento Unesco, i suoi strumenti di pianificazione prendono già in considerazione le esigenze di conservazione più idonee a salvaguardare i valori eccezionali del territorio silano e le misure di conservazione che sono state adottate per la gestione del sistema delle aree Natura 2000 riflettono bene questo approccio. Tutti gli sforzi di tutela della biodiversità messi in atti dal Parco sono diretti a proteggere l'esistenza del ricco mosaico di habitat, ecosistemi e foreste calabresi. E’ per questo che la presenza dell’Ente Parco rappresenta certamente un’ ulteriore garanzia di salvaguardia e protezione di queste unicità e la recente inclusione dell'area del Parco in una Riserva della Biosfera dell’Unesco più ampia di quella del territorio relativo alla sua perimetrazione è un'ulteriore dimostrazione di un consolidato rapporto con le popolazioni locali e con le amministrazioni territoriali circostanti, nonché di una completa conformità con i valori di protezione e valorizzazione dell’Unesco.
Divenire Patrimonio dell’Umanità significherebbe posizionare il Parco in una piattaforma di rilevanza mondiale e rappresenterebbe un’occasione importantissima di sviluppo socio-economico del territorio, in particolare sul piano turistico, un’opportunità di accesso a finanziamenti nazionali, internazionali, comunitari e fondi privati.
E’ per questo che è ora importante sostenere questa candidatura ed a tale scopo l’Ente silano ha attivato una campagna web utile a coinvolgere in questa sfida l’opinione pubblica, il mondo dell’informazione, dei media, della scuola, dell’università e delle varie istituzioni pubbliche e private. In particolare, per manifestare il proprio sostegno morale al Parco nella candidatura a diventare Patrimonio dell’Umanità Unesco si può sottoscrivere un format sul sito www.parcosila.it, in un’apposita sezione (ad oggi sono circa 2000 le sottoscrizioni raccolte). Chiunque in futuro potrà dire di aver contribuito alla conservazione, alla conoscenza e alla trasmissione alle future generazioni del meraviglioso patrimonio custodito nel territorio del Parco Nazionale della Sila.