Da ricovero per bambini malarici a Scuola di formazione della montagna, ecco il secondo tempo della Colonia Silana di Camigliatello.
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Lo storico edificio verrà restaurato e riqualificato dall’Ente Parco Nazionale della Sila con oltre 3milioni di euro di finanziamento del Ministero dell’Ambiente
È un importante intervento, volto alla salvaguardia e al recupero del patrimonio storico territoriale, quello che oggi, venerdì 15 gennaio, l’Ente Parco Nazionale della Sila ha annunciato. Si tratta del restauro di Colonia Silana, l’edificio – ubicato in località Federici di Camigliatello e ricadente nella zona 2 del Parco – di straordinario pregio architettonico, culturale e sociale. Sorto ai primi del Novecento, l’immobile fungeva, ai tempi, da “centro estivo” per i bambini malarici di Cosenza, i quali, grazie all’aria della Sila, somministratagli per oltre seicento giorni, avrebbero dovuto rimettersi in forze (tra le personalità che si interessarono alla Colonia, il dottor Domenico Migliori, la nobile piemontese Giuseppina Le Maire, il pittore Gabriele Mucchi, il senatore Umberto Zanotti Bianco e via dicendo); dopodiché, in epoca più recente, gli spazi della Colonia Silana vennero utilizzati come centro di formazione professionale alberghiero dalla Regione Calabria e, ancora, come punto ricreativo dal Comune di Spezzano della Sila. Oggi, la struttura, totalmente abbandonata, potrà finalmente rinascere a nuova vita.
Con un finanziamento di oltre 3 milioni di euro del Ministero dell’Ambiente, l’Ente Parco vi realizzerà, infatti, una serie di interventi, i quali riguarderanno principalmente la sua ristrutturazione edilizia e la relativa riqualificazione energetica. Inoltre, la struttura, una volta predisposto un progetto ad hoc, potrà in parte essere utilizzata dallo stesso Ente Parco per la creazione di una Scuola di formazione della montagna, destinata alla specializzazione degli operatori, ma pure allo studio e al monitoraggio del bosco, al fine di completare l’Inventario Forestale del Parco Nazionale della Sila. Al suo interno, si potrà anche pensare alla messa a punto di una foresteria, strumentale a ospitare i docenti della Scuola nonché - considerata la vocazione dell’altopiano silano alla mobilità sostenibile - i ciclisti in transito lungo la Ciclovia dei Parchi.
Nel corso del sopralluogo presso la Colonia, il presidente dell’Ente Parco Nazionale della Sila Francesco Curcio ha espresso tutta la sua soddisfazione: «Grazie a un accordo col Comune di Spezzano della Sila, il quale ci darà in comodato d’uso la Colonia, e soprattutto grazie al Ministero dell’Ambiente, dal quale abbiamo ricevuto un fondamentale finanziamento sul Programma Clima Parchi 2020, l’Ente Parco rimetterà in piedi questo straordinario immobile per renderlo nuovamente fruibile alla comunità. L’idea è quella di creare un Centro di Cultura dell’altopiano silano, pure per ricordare il passato e cioè i tempi in cui la Colonia, con l’interessamento di tantissime personalità, venne eretta con la citata denominazione. Sono certo che faremo un gran lavoro, un lavoro sinergico, che prevedrà la convocazione di un tavolo tecnico con le persone, compresi i comitati di tutela della Colonia, che nel tempo se ne sono prese cura».
«L’idea di intervenire sulla Colonia Silana – ha inoltre affermato il direttore f.f. dell’Ente Parco Domenico Cerminara – ha preso avvio a luglio 2020, con il Comune di Spezzano della Sila, di cui ringrazio il sindaco Monaco insieme al presidente Curcio. Col finanziamento in argomento, ci occuperemo, tra le altre cose, dell’efficientamento energetico della struttura, nell’ottica ulteriore di ridurne i consumi. Siamo pronti – ha proseguito – a iniziare questa sfida bellissima, l’ufficio tecnico è già al lavoro sulla progettazione».
Presente, infine, il sindaco di Spezzano della Sila Salvatore Monaco, che ha così concluso: «È questo un grande risultato per il territorio, oggi con l’Ente Parco si ufficializza un impegno concreto, reso possibile per mezzo di un lavoro fianco a fianco, che ha avuto e che ha come principale obiettivo la valorizzazione del nostro patrimonio storico e culturale».